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@Praxiteles wrote:

Here is a rther telling article by the art historian Timothy Verdon, a priest of the Archdiocese of Florence. If we cannot maintain the dignity of our churches we risk building a Europe devoid of identity and of soul.

WE must get an English translation of this article:

Se non si conserva la dignità delle chiese si rischia di costruire un´Europa senza identità e senza anima

di Timothy Verdon

Commentando la congiura dei Pazzi e l´assassinio di Giuliano de´ Medici avvenuto nel Duomo di Firenze nel 1478, un autore del Seicento sottolineò l´orrore dell´atto sacrilego affermando che “sin´un gran turco, qual fu Baiset Barbaro, nemico giurato di nostra santa fede, sentita l´atrocità dell´accidente, ammirato fosse, perché assai più si sarebbe portato rispetto e reverenza alla loro moschea di quel che s´era fatto alla chiesa” (Ferdinando del Migliore, “Firenze. Città nobilissima illustrata”, Firenze, 1684, pp. 42-43).

Ma lo scandalo suscitato dal mancato rispetto non appartiene solo al passato: ancor oggi molti, se non proprio ´nemici´ della fede cristiana almeno lontani da essa, rimangono stupiti davanti all´apparente disinteresse con cui l´Europa si rapporta alle grandi chiese della sua storia.

Il degrado, rumore e sporcizia che circondano i luoghi sacri di numerose città, con la trasformazione di loggiati e piazze antistanti le chiese in bivacchi, delle vie intorno in gabinetti aperti e covi di spacciatori, nonché le cartacce, lattine e bottiglie che ogni giorno ricompaiono sui sagrati sono piaghe vergognose, che nei rapporti tra cristiani ed altri (specialmente i mussulmani), finiscono coll´essere anche ostacoli al dialogo culturale.

I non europei non capiscono come una civiltà storica possa rinnegare le sue radici religiose, hanno difficoltà a prenderla sul serio, non la rispettano. E hanno ragione, perché il rispetto che una società mostra per i luoghi della sua memoria collettiva è l´indice più chiaro del rispetto che ha per sé stessa.

Queste poi sono situazioni che i politici locali e i media tendono a trascurare, sebbene i frequentatori delle chiese facciano sempre parte della società civile e hanno gli stessi diritti di altri gruppi. Non si tratta in ogni caso di un problema solo religioso ma anche civile: il degrado tocca tutti i cittadini, non solo i praticanti, perché in ogni paese di antica tradizione cristiana, le chiese sono tra i principali luoghi della storia nazionale e locale. Di ogni chiesa che ha più di cinquant´anni di vita, si può dire ciò che Tobia disse di Gerusalemme: “generazioni e generazioni hanno espresso in te l´esultanza” (Tb 13,13); soprattutto le grandi chiese storiche – cattedrali, basiliche degli ordini religiosi e chiese monastiche – rendono presente, anche a chi non crede, lo spessore e la bellezza della fede dei secoli passati: le gioie e sofferenze che hanno plasmato lo spirito delle nostre città.

Oltre alla loro importanza nella vita delle comunità locali, le chiese hanno poi una funzione civilizzatrice più estesa, collegata, sì, al turismo ma di ben altra portata. Come scrisse nel 1992 monsignor Francesco Marchisano, allora segretario della Pontificia commissione per i beni culturali della Chiesa, “mentre l’umanità registra il fallimento di un modello di vita giocato sul consumo dell’effimero e sul potere incontrastato della tecnica; mentre crollano le ideologie chiuse alla trascendenza e alla spiritualità dell’uomo, si registra un crescente ricorso alla fruizione di beni propri dello spirito umano e caratteristici delle manifestazioni superiori del suo genio. In un mondo minacciato da nuove forme di barbarie e percorso da flussi migratori sempre più imponenti, che espongono intere popolazioni a vivere quasi sradicate dal proprio humus, sono molti, e sempre più numerosi, le donne e gli uomini che si fanno sensibili al valore umanizzante delle espressioni culturali e artistiche. Cresce di conseguenza la convinzione che è importante, per il futuro dell’umanità, por mano alla loro retta conservazione, alla difesa dalla dispersione e dalla strumentalizzazione (che derivano da un loro uso orientato solo a fini economici), alla loro valorizzazione come veicoli di senso e di valore per la vita umana”.

Questo testo di undici anni fa, un documento sulla formazione artistica dei futuri preti, conclude che la Chiesa e i suoi ministri debbano farsi carico della gestione morale di un patrimonio che è strumento impareggiabile di evangelizzazione. Oggi, ciò implica anche un paziente lavoro di sensibilizzazione esterna ed interna, societale ed ecclesiale.

Da una parte, vescovi e sacerdoti devono confrontarsi con le autorità locali su questioni di ordine pubblico che toccano le chiese storiche: non solo le gravi problematiche sopraccennate, ma anche la crescente tendenza a stravolgere spazi nati in rapporto alle chiese, piazze e sagrati, con inappropriate iniziative di carattere spettacolare.

Dalla parte ´interna´, poi, i responsabili di chiese storiche devono condurre la difficile battaglia per dare un senso cristiano al turismo di massa, salvaguardando sia il diritto dei visitatori a fruire di un bene di alto valore culturale, sia soprattutto il diritto della comunità credente a veder rispettata la sacralità del luogo. Esigenze, queste, non opposte ma complementari, perché si permette al turista di fruire veramente di una chiesa storica quando gli si spiega la sua ragione d´essere originale: quando s´illustra cioè il significato religioso oltre che estetico dell´edificio. Perfino i necessari divieti – la disciplina dei comportamenti e del vestiario, il richiamo al silenzio, il non accesso a determinate zone dell´edificio e durante le funzioni – diventano illuminanti forme di comunicazione: il turista ha infatti un diritto di sapere che tanta bellezza e tanta storia non siano cose solo del passato ma anche del presente, che la chiesa non si sia trasformato in museo e che la fede che essa incarna viva ancora in uomini e donne del nostro tempo.

A questo scopo, i responsabili delle comunità cristiane devono coinvolgere i fedeli in un servizio di accoglienza nelle chiese storiche, preparando operatori culturali capaci di “rendere ragione della speranza” comunicata dai monumenti stessi: guide e accompagnatori, ma anche studiosi, archeologi, critici “ferventi nel bene” che adorino il Signore nei loro cuori (1 Pt 3, 13-15).

In tutto il mondo cattolico vanno introdotti corsi di storia dell´arte sacra nel curriculum dei seminari, per creare nel clero diocesano, nei religiosi e nel laici impegnati un forte senso del formidabile strumento di catechesi costituito dall´architettura e dall´arte.

Va poi offerto agli insegnanti di religione e ai catechisti una formazione tale da permettere loro di portare gli alunni, i bambini che preparano la prima comunione o la cresima, a vedere, a toccare con mano, a respirare l´aria della fede dei loro avi. Perché, come affermarono i vescovi della Toscana nella loro nota pastorale del 1997, “tale strategia [É] non mira solo a risolvere il problema turistico, ma costituisce una vera opera pastorale, in cui la Chiesa adempie al comando del Signore di pascere il gregge” (n. 17).

Privare l´Europa e il mondo della bellezza del messaggio cristiano per mancata difesa dei luoghi che la comunicano sarebbe gravissimo: un peccato di omissione culturale, morale e spirituale. Inutili i piani pastorali e gli ambiziosi progetti di sviluppo urbanistico se non si conserva la dignità originaria delle chiese che da sempre sono il cuore delle nostre città: si rischia di costruire un´Europa di efficienti metropoli senza identità e senza anima.

Courtesy of Google translator – Not ideal but you can get the gist!!!

If you do not retain the dignity of the churches are in danger of building a Europe without identity and without soul
Timothy Verdon

Commenting on the Pazzi conspiracy of el’assassinio of Giuliano de ‘Medici happened in the Duomo of Florence in 1478, an author of the seventeenth century stressed the horror of sacrilegious saying that “much sin’un turkish, which was Baiset Barbaro, sworn enemy of our holy faith, after the atrocities dell’accidente, admired it, because much more was brought respect and reverence to their mosque in what had made the church “(Ferdinand of Migliore,” Florence. nobilissima City Illustrated ” Florence, 1684, pp. 42-43).

But the scandal caused by the lack of respect not only belongs to the past: even today many, if not ‘enemies’ of the Christian faith at least away from it, still amazed before the apparent disinterest with which Europe relates to the great churches of his history.

The degradation, noise and dirt surrounding the sacred places of many cities, with the transformation of arcades and squares in front of churches in camps, the streets around in the cabinets open and dens of drug dealers, as well as paper, cans and bottles every day reappear the churchyard wounds are shameful, that in relations between Christians and others (especially Muslims), end coll’essere also cultural barriers to dialogue.

The non-Europeans do not understand how a civilization can deny the historical roots religious, find it difficult to take seriously, not respect. And they are right, because the respect they show for a company places its collective memory is the most clear who has the respect for itself.

Then these are situations that local politicians and the media tend to neglect, while visiting the churches are always part of civil society and have the same rights as other groups. It is not in any case a problem only religious but also civil degradation affects all citizens, not just students, because in every country of ancient Christian tradition, churches are among the main places of national and local history. Each church that has more than fifty years of life, one can say what Tobia said of Jerusalem: “generations and generations have expressed the joy in you” (Tb 13:13), especially the great historic churches – cathedrals, basilicas of religious orders and monastic churches – make this even to those who do not believe, the depth and beauty of the faith of centuries past: the joys and sorrows that have shaped the spirit of our city.

In addition to their importance in the life of local communities, churches have a civilized then expanded, connected, yes, tourism, but quite another scale. As he wrote in 1992, Monsignor Francesco Marchisano, then secretary of the Pontifical Committee for Cultural Heritage of the Church, “while humanity records the failure of a model of life played on the transitory consumption and unchallenged power of technology, while ideologies collapse closed to transcendence and spirituality of man, there is an increasing recourse to the use of their property of the human spirit and characteristic manifestations of genius of his superiors. In a world threatened by new forms of barbarism and migration path from increasingly impressive, exposing entire populations to live almost uprooted from its soil, there are many, and increasingly numerous, women and men who are sensitive to the humanizing of cultural and artistic expressions. consequence of the growing conviction that it is important for the future of humanity, por their right hand to conservation, protection from exploitation and the dispersion (resulting from their use geared only for economic purposes), their exploitation as vehicles for meaning and value to human life. “

This text of eleven years ago, a document on the artistic training of future priests, contends that the Church and its ministers should bear the moral management of a heritage that is unparalleled instrument of evangelization. Today, this entails the patient work of raising external and internal, societal and ecclesial.

On the one hand, bishops and priests are faced with local authorities on matters of public policy affecting the historic churches: not only the aforementioned serious problems, but also the growing tendency to overturn spaces born in relation to churches, squares and festivals, with inappropriate actions of a spectacular.

From the ‘inside’, then, leaders of historic churches must lead the difficult battle to give meaning to the Christian mass tourism, while safeguarding the rights of visitors to enjoy a high cultural value, and especially the right of the community believer to see respected the sanctity of the place. Needs, they, not opposing but complementary, because it allows the tourist to enjoy a truly historic church when he explained his reason for being original when s’illustra that is the religious significance as well as aesthetic of the building. Even the necessary prohibitions – the regulation of behavior and dress, the point of silence, not access to certain areas of the building and during functions – are illuminating forms of communication: the tourist has a right to know that so much beauty and so much history not only are things of the past and also this, that the church has not turned into a museum and the faith that it embodies still alive in men and women of our time.

To this end, the leaders of the Christian faithful must engage in a host of historic churches, preparing for cultural operators able to “give reason for hope” communicated by the monuments themselves guides and escorts, but also scholars, archaeologists, critics ” fervent in the well “that adorino the Lord into their hearts (1 Pt 3, 13-15).

Throughout the Catholic world are introduced courses of sacred history in the curriculum of seminars, to create the diocesan clergy, religious and lay people involved in a strong sense of the formidable instrument of catechesis formed from architecture and art.

It should also be offered to teachers of religion and catechists training to enable them to lead the students, children preparing First Communion or Confirmation, to see a first-hand, to breathe the air of the faith of their fathers . Because, as stated in Tuscany bishops in their pastoral note of 1997, “the strategy [is] not only aims to solve the problem of tourists, but is a true pastoral work, in which the Church fulfills the command of Lord of shepherding the flock “(No. 17).

Deprive Europe and the world the beauty of the Christian message for non-defense sites that communicate would be extremely serious: a sin of omission cultural, moral and spiritual. Unnecessary and plans pastoral ambitious urban development projects if you do not retain the dignity of the original churches which have always been the heart of our city is likely to build an efficient metropolis without identity and without soul.

@JB wrote:

The house in Enniscorthy is Brownswood House and is in private ownership, not owned by the quarry. It is a protected structure.

I am delighted to hear that!

I remember running around the grounds as a child and exploring the out houses out the back. They have done a great job on the gatehouse, while was almost falling down back then.

It’s a pity Wexford/ Enniscorthy don’t celebrate its association with Eileen Gray more. I never even knew about it until a few years ago and I live just a couple of miles from Brownswood!
My next Taschen purchase will probably be the book on Eileen Gray!

Yes, there is now a platform located at about the point on the river where the main support appears to be, in the montage.
They have been drilling there for the past few days. They are either driving a pile or maybe the DDDA have decided to get into the oil exploration business:)
Of course it might be preliminary ground investigation before they start pile driving.

I’ll ask one of the hardhat people on site next week!

Apologies, it’s actually Chapter’s that’s opening here!

Destruction of Dublin – There’s an extremely battered copy in the Central Library – ILAC centre

I wandered into St. Colman’s when I was in Cobh last year and I was very emotionally moved by the peace and tranquility there.
No doubt in some way it related to the scale and grandeur of the building itself. I’m not sure if this re-ordering is a good idea. It definitely shouldn’t be carried out on the whim of one person. I know I definitely wouldn’t be affected the same way going into one of the modern creations.

It might be good to sound out opinion on the re-ordering of Carlow Cathedral a few years ago. I was in the church many times before it was carried out but moved away before it was completed.

Why don’t the Gardai enforce the restrictions on cars driving onto O’Connell St from Parnell Sq.
While waiting for the No. 10 in the mornings a lot of cars drive down tha square without any Garda ever being there to sort them out.

I also saw a poor old lady almost mowed down on the roadway outside Clery’s. As was mentioned before she wandered off the pedestrian area into the traffic. She got a terrible fright and said that she assumed that she was still on the footpath!!!

I think they should cover the whole building with a poster, it’s God awful!

The ESB sub station set into the stone wall close to the large billboard is very ugly and appears to have been left unfinished! It’s in a very prominent position as people cross the traffic lights from Talbot St!

The proliferation of convenience stores dosen’t seem to bring the prices down either. A tin of beans for €1.20 in the Londis near me!!!!
Whether Spar, Centra, SuperValu or Londis they all stock the same line of products which makes for a very homogenous streetscape.

The one that stands out as a bit different is the ‘Top in Pops’ (or something like that) shop on Gardiner St, just beside the Parnell St junction. It has a little bit more atmosphere. I remember this here when all the buildings around were ruined. I wonder how long it will last. I must take a photograph before it disappears. A new Spar opened nearby on Cumberland St a while ago and another is due to open soon just opposite.